Tommaso Napoli – L’orchestra è l’uso che se ne fa
ABSTRACT dell’intervento tenuto per la conferenza “Milano Città delle Muse” il 12 Giugno 2014
Dopo aver esaminato usi sociali e civili della musica nella storia del genere musicale classico, in questa ricerca considero quattro diversi casi studio di città e del ruolo della musica come forma di collaborazione tra le persone. In particolare, il mio lavoro si concentra sulla musica amatoriale e il suo ruolo nella costruzione di partnership a Caracas, Londra, Milano e Bruxelles. Quattro dimensioni del fare politiche di partecipazione musicale – socialità, lavoro, cultura e governance – si trovano in tutti i casi studio in oggetto. Attraverso l’analisi dei progetti di music-making amatoriale in queste città, mostro come la collaborazione può essere differente, con differenti motivazioni.
A Caracas, la musica è usata per creare sviluppo nel paese. Qui assistiamo a una forte centralizzazione delle decisioni. Tuttavia i vari progetti musicali non solo aiutano a risolvere i problemi, come la riduzione della povertà o la generazione di nuove energie o di un nuovo senso di partecipazione alla costruzione dei beni comuni, ma generano anche problemi, come il conflitto culturale tra le tradizioni musicali etnica e classica, l’emigrazione di talenti a causa della mancanza di lavoro musicale, la governance locale dei “nucleos” sbilanciata a favore dei ricchi, la diversa prospettiva in cui le attività musicali sono viste da studenti, famiglie, insegnanti di musica e dirigenti, che hanno idee diverse circa lo scopo musicale o sociale di El Sistema .
Nel caso di Londra ho analizzato il progetto dei cori di South Oxhey, un progetto della BBC basato sull’idea di creare un collegamento tra due lati diversi della città, divisa in due dalla linea ferroviaria. La parte ricca, Carpenders Park, è caratterizzata dalla presenza di persone della classe media, che possiedono le loro case. La parte povera invece, la vera e propria South Oxhey, è un raro caso di alloggi sociali in una grande tenuta costruiti e gestiti dal Comune di Londra negli anni ’50. Il coro , dopo il coinvolgimento diretto (anche finanziario) della BBC, sopravvive e continua a svolgere il suo ruolo di collegamento tra le due parti della città.
Nel caso studio di Milano, mi rivolgo alle conseguenze sociali della via italiana alla musica. Mi concentro in particolare (ma non solo) sull’orchestra milanese “Accademia Morigi”. Attraverso una serie di decisioni prese in assemblea, le strutture dell’associazione sono state bypassate e il controllo musicale dato al direttore d’orchestra, generando il crollo della vita democratica dell’associazione, in nome della qualità musicale. Questo modo di affrontare la partecipazione musicale, diffuso in quasi tutti i gruppi amatoriali italiani – come forma di attività senza significato sociale – genera un senso di colpa tra i musicisti, che sfocia nell’appellativo “marchetta”. La parola “marchetta” viene utilizzata per spettacoli in cui i musicisti hanno la sensazione di non suonare al livello atteso di qualità musicale.
Infine, nel caso di studio di Bruxelles, guardo a un’altra forma di collaborazione tra musicisti, incarnata dall’associazione iCambristi. Questa associazione è strutturata semplicemente come un gruppo di persone che amano fare musica da camera. I membri possono entrare liberamente in contatto con gli altri per formare dui, trii, quartetti e così via. Nulla è richiesto ai soci, se non una minima quota di adesione di 15€, che scelgono se e come suonare con gli altri, in pubblico o in privato. A dispetto di tale rete a maglie larghe, i legami tra i musicisti sono forti e coinvolgono persone, come per esempio tanti funzionari europei residenti in città, che parlano lingue diverse e strutturano la loro vita in città fuori del flusso della vita locale, fatto salvo appunto le interazioni per la musica da camera.
In alcuni casi, come Caracas e Milano, la motivazione funziona come un generatore di obiettivi, che nel tempo si spostano e si muovono (dal nazionalismo alla cooperazione sociale nel primo caso, dalla collaborazione sociale alla qualità musicale nel secondo). In altri casi, come Bruxelles e il South Oxhey, ci sono obiettivi stabiliti (solo riprodurre musica o creare un collegamento tra due a due parte della città) che generano diverse motivazioni per le persone a partecipare.
In tutti i quattro casi, lo sviluppo dei progetti rimane aperto e, interagendo con le diverse tradizioni ed esperienze, può anche produrre risultati imprevisti. Pertanto, concludendo, qualsiasi piano strategico, anche se accuratamente studiato e precisato, è soggetto a modifiche dovute sia al contesto e ai risultati imprevisti che sempre una politica, quando è tale, genera.