Nasce l’orchestra d’archi di AIMA
Bach e il Novecento
AIMA propone un nuovo progetto per orchestra d’archi, un ciclo di 6 prove e concerto finale:
J.S. Bach: Concerto Brandeburghese n.5 per soli e archi
G. Holst: Saint Paul ‘s Suite per archi
F. Farkas: Piccola musica di concerto per archi
Il progetto è coordinato e diretto da Giacomo Biagi.
DOVE? C.A.M. Romana Vigentina, C.so di Porta Vigentina 15 (Crocetta), MI
QUANDO? prove giov 15, 22, 29 settembre, 6, 13, 27 ottobre, ore 20:30-23:00
concerti venerdì 11, domenica 13 e 20 novembre 2022
Stiamo cercando violini, viole, violoncelli e contrabbassi!
Se sei interessato, contatta barocco@aimamusic.it per iscriverti al progetto!
Scopriamo qualcosa su questi brani
J.S. Bach
Concerto Brandeburghese n. 5
Composti per il Margravio di Brandeburgo, i Concerts avec plusieurs instruments (oggi noti come Concerti Brandeburghesi) rappresentano una stupefacente messa in mostra delle abilità compositive di Johann Sebastian Bach, nonché un campionario degli alti livelli di virtuosismo raggiunti dai migliori strumentisti europei.
Il Concerto n. 5 per flauto, violino, clavicembalo solisti e orchestra è sicuramente il più noto, e rappresenta il primo esempio storico in cui al clavicembalo viene dedicata una lunga cadenza solistica.
G. Holst
Saint Paul’s Suite
La St. Paul Suite deve il proprio nome all’istituto St. Paul’s Girls’ School, dove Holst era docente. Questa raccolta è stata scritta per l’orchestra di studenti della scuola, come segno di gratitudine per aver realizzato uno studio insonorizzato per il compositore stesso.
Come nelle suite barocche, anche qui troviamo un’alternanza di danze, tratte dal repertorio tradizionale inglese.
F. Farkas
Piccola musica di concerto
Ferenc Farkas rappresenta una figura centrale nella storia della musica ungherese. Affonda le proprie radici nelle ricerche etnomusicologiche di Bartók e Kodály, si plasma sui modelli italiani con Respighi e la sua ricerca artistica procede nei suoi allievi più noti, Ligeti e Kurtág.
La Piccola musica di concerto è, nelle parole dell’autore, il tentativo di ritrovare la dimensione domestica del far musica, tornando con la mente ad Haydn, quando le difficoltà tecniche erano ridotte e permettevano di eseguire quasi tutto a prima vista, ma con la sfida stimolante di calare tutto ciò nei metri irregolari balcanici.