Nasce a Catania la prima orchestra amatoriale dell’isola siciliana
Nasce a Catania la prima orchestra amatoriale dell’isola siciliana: l’Orchestra Scontrino, che prende il nome dal trapanese Vincenzo Scontrino, padre del musicista e compositore siciliano Antonio Scontrino. Il padre costruì il primo contrabbasso per lui da suonare in una piccola orchestra che riuniva amici e fan, forse non immaginando che la musica del figlio sarebbe andata oltre i confini dell’isola per raggiungere i teatri d’Europa.
L’orchestra HA VINTO all’European Orchestra Federation Award promosso da EoFed, la cui premiazione avverrà al prossimo Festival di Orchestre Amatoriali Europee.
STIAMO CERCANDO MUSICISTI PER LA NUOVA STAGIONE.
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Crescere musicalmente insieme è stata la richiesta comune dei partecipanti al primo incontro di verifica sul periodo di avvio dell’orchestra amatoriale Scontrino.
L’orchestra, formata da insegnanti, pensionati, ingegneri, contabili, tecnici, ragazzi che hanno avuto una formazione strumentale, è stata riunita per la prima volta a Catania appena la zona gialla è stata revocata, e in un mese e mezzo ha imbastito un lavoro che porterà in ottobre alla sua prima esibizione pubblica.
Tutto parte dalla storia di un padre e un figlio, Vincenzo e Antonio Scontrino. Il primo, un artigiano tuttofare di Trapani, riuniva in casa, per diletto, un’orchestra di amici. Mancava il contrabbasso, che fu costruito dal padre e affidato al figlio che veniva ricompensato con una mancia per ogni prova cui partecipava. Il figlio contrabbassista arrivò a studiare composizione a Palermo, poi in Germania, i suoi quartetti venivano eseguiti fin negli Stati Uniti, scrisse musica per un poema di D’Annunzio e una sinfonia gli venne diretta da Richard Strauss, il celebre direttore e compositore di Così parlò Zaratustra.
Il prossimo anno sarà il centenario della morte di Antonio Scontrino, e quale migliore omaggio che il dare vita a un’esperienza come quella in cui la sua professione fu generata?
Dove una cosa non c’è, sembra sempre impossibile crearla e inutile il realizzarla, ma prendendo esempio da chi ha già percorso la strada, e vedendo il bello che genera, l’amicizia e la determinazione possono fare superare molti ostacoli.
Riunendo dapprima un gruppo di musicisti che qualche anno prima aveva fatto parte di un’esperienza simile, con l’aiuto di alcuni professioniste del Teatro Bellini, e con un giovane direttore, abbiamo iniziato le prove con dei concerti per archi di Vivaldi, e dopo qualche prova, buttando il cuore oltre l’ostacolo –come un amico mi aveva consigliato- propongo la prima sinfonia di Beethoven.
Un parroco, che già conoscevo per un’altra iniziativa musicale, ci ha concesso un salone parrocchiale.
È stata determinante la generosità dei colleghi che di volta in volta invitavo per sostenere i primi passi dei pionieri di questo progetto, e anche se qualche volta la sensazione di affondare prima di partire sembrava prevalere, il numero dei partecipanti è andato crescendo, fino all’ultima prova con alcuni fiati che ci hanno raggiunto.
C’è un amore e un bisogno di musica che vive in alcune persone, che però è costretto a confinarsi nella lezione col maestro e in qualche duetto. Ci sono i casi della vita che ti costringono ad abbandonare la passione per far fronte alle necessità materiali. Ci può essere un desiderio che torna da adulti, dopo che l’adolescenza aveva visto prevalere l’amore per il gioco, lo sport o l’amore. Un’orchestra amatoriale dà spazio di realizzazione a tutto questo, togliendo l’esclusiva del godimento di far musica insieme ai professionisti. Dà anche la possibilità a chi è abituato a fare piccoli concerti in orchestre effimere, che preparano un concerto in due prove, di avere uno spazio di approfondimento del repertorio orchestrale, per poterlo godere meglio aldilà delle possibilità finanziarie risicate di che organizza fuochi fatui musicali.
Riconosce anche il valore di un vero professionista della musica, perché ne ha bisogno per crescere e per raggiungere una qualità minima necessaria per avere soddisfazione nell’esecuzione.
L’orchestra amatoriale stimola i partecipanti alla partecipazione attiva nel gruppo, e per questo abbiamo concluso questo primo periodo di rodaggio prima del riposo di agosto con un confronto fra i partecipanti su quello che è stato fatto, perché diventi sempre più un’opera condivisa in cui si cerca una mediazione fra i desideri, le possibilità, le forze a disposizione, nel dialogo fra amatori e professionisti.
Una frase celebre attribuita a Beethoven dice che non è importante una nota sbagliata, ma che è imperdonabile suonare senza passione. Questo l’augurio per questo progetto: aldilà delle note imprecise che usciranno, che possa essere un momento di celebrazione della bellezza di fare musica insieme e un’esperienza umanamente gratificante.